La riforma degli ammortizzatori sociali introdotta dalla Legge di Bilancio 2022
La legge di Bilancio 2022 ha apportato profonde modifiche all'impianto normativo che regolamenta gli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro. Con il presente elaborato si propone un analisi schematica delle novità che gli operatori del settore sono chiamati a gestire.
Lorenzo Gracci
Una riforma che aumenta le tutele ma non semplifica le procedure
La crisi innescata dagli effetti della pandemia da Covid-19 ha evidenziato i limiti strutturali dell'impianto normativo che regolamenta gli ammortizzatori social in costanza di lavoro, imponendo al Governo, al fine di fronteggiare le conseguenti e improvvise difficoltà delle imprese, una frenetica attività legislativa nel biennio 2020-2021 e ai soggetti istituzionali coinvolti (Inps in primis) una conseguente produzione alluvionale di documenti di prassi, allo scopo di garantire una tutela a favore di tutte le aziende e ai lavoratori interessati.
Con la L. 234/2021 (Legge di Bilancio 2022), il Legislatore, nell'intento di superare le criticità emerse nel predetto periodo, ha apportato profonde modifiche al sistema degli ammortizzatori sociali1 ispirate al principio del c.d. universalismo differenziato, volte, quindi, a garantire una protezione per tutti i lavoratori, ancorché differenziata secondo il settore di appartenenza e la dimensione aziendale. La riforma si è, quindi, concentrata principalmente, come vedremo in seguito, sull'ampliamento della platea di destinatari degli ammortizzatori sociali sia sotto il profilo dei soggetti datoriali ammessi che della tipologia dei lavoratori interessati, come vedremo prevedendo, altresì, un incremento dei trattamenti economici a favore dei lavoratori con livelli salariali più bassi.
2 La riforma è sicuramente apprezzabile sotto il profilo dell'ampliamento delle tutele a favore dei soggetti datoriali e, quindi, dei loro dipendenti che in precedenza rimanevano strutturalmente esclusi
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